In un articolo pubblicato sulla rivista Mission è stato pubblicato uno studio relativo ad fenomeno conosciuto ma poco considerato in letteratura: La tolleranza Condizionata nelle dipendenze.
La tolleranza condizionata potrebbe essere definita come una risposta “psico-fisiologica complessa e globale” ad una sostanza psicotropa, tenendo presente sia gli elementi fisico-chimici della sostanza in sé, sia della situazione nella quale tale sostanza viene assunta.
Tenendo costante il dosaggio della sostanza, ciò che sembra fare la differenza è lo specifico contesto in cui viene assunta la sostanza; pertanto “il fattore contesto”, appare determinante per gli effetti della droga stessa.
I risultati di diversi studi presi in considerazione dagli autori, hanno indicato il ruolo determinante dei fattori contestuali rispetto alla tolleranza condizionata:
– aumento dei sintomi di astinenza
– aumento del rischio di recidiva quando il tossicodipendente si trova nuovamente a contatto con i fattori contestuali associati alle precedenti assunzioni della sostanza.
Questi dati hanno indotto gli autori a prendere in considerazione i fattori contestuali nel momento della riabilitazione. Infatti, accanto alla procedura della disintossicazione effettuata, risulta indispensabile un programma di intervento individuale che attraverso una precisa e puntuale valutazione del paziente, miri a decondizionare in ogni singolo e specifico caso la risposta di compensazione dell’organismo di fronte ai fattori contestuali presenti nell’ambiente.
Eliminando l’associazione “fattori contestuali e risposta di compensazione dell’organismo”, l’esposizione ai fattori contestuali non produrrà più sintomi dell’astinenza e quindi nemmeno la ricerca della sostanza per ridurre i “sintomi”.
MISSION
Periodico Trimestrale della Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze
n. 34 / 2012
Tolleranza e Assuefazione Condizionata: l’effetto Ambiente
Antonio Fabozzi, Francesco Cassese
pag. 20-23
La rivista è disponibile c/o il Cesda