Il carcere produce malattia. Il carcere è una fabbrica di handicap. Il detenuto è condannato ad avere la vista corta. La vista si allontana dall’orizzonte e declina.
Il 50% della popolazione detenuta dopo un anno denuncia disturbi visivi. Concorrono nel determinare l’abbassamento della vista le condizioni interne di illuminazione notturne e diurne, l’attività in abituale della lettura prolungata.
Sembra inoltre che, la segregazione dello sguardo, costantemente tagliato dalla vicinanza dei muri e delle pareti divisorie, obbliga l’occhio a una messa a fuoco continua su brevi distanze, senza permettergli mai di riposarsi sulla linea dell’orizzonte.
In un Articolo: “Progetto Salute in carcere. I disturbi della vista“, Francesco Ceraudo analizza la problematica.