Le restrizioni anti contagio hanno reso la routine priva di emozioni. Ogni giorno è simile all’altro, non si pianifica più, non c’è più niente da attendere.
Nello stallo imposto dal covid ci siamo caduti tutti, ma per i giovani adulti – quelli delle università, dei lavori quasi sempre ancora precari – è incertezza nell’incertezza. Usciti dal guscio della casa paterna e materna per imparare a camminare sulle proprie gambe, la pandemia scuote il terreno facendole traballare.
Non avere più niente da attendere significa anche non sperare. La speranza ci porta ad agire, è quel movimento interiore che spinge ad andare avanti, per andare incontro a situazioni che speriamo possano verificarsi. I giovani vivono adesso un ‘effetto limbo’. L’incertezza blocca la progettazione.
Noi cerchiamo la sicurezza nel controllo, nel momento in cui dobbiamo camminare in un terreno più instabile, iniziamo ad avere problemi. Disillusi dopo aver aver atteso una fine che in un primo momento sembrava prossima e adesso abbiamo smesso quasi di credere che arriverà mai davvero.
Dove non c’è progettualità, c’è apatia. Non ci sono quei processi che vanno a contrastare l’abbassamento dell’umore.
Un ragazzo può sopravvivere senza bere un drink e a molti non ha fatto bene allontanarsi da abitudini poco sane come bere tanto, mangiare disordinato e dormire poco, ma “la birra con l’amico è quel momento di condivisione e di distacco, in cui faccio qualcosa con un’altra persona. Un momento che mi arricchisce emotivamente, che rinforza un legame. Il confronto è crescita. Quando ci sono questi rinforzi positivi vengono rilasciate una serie di sostanze che vanno a riattivare delle aree cerebrali che generano il benessere.
Vivere in una relazione sociale significa affrontare se stessi quotidianamente. La piccola sfida ci attiva a livello cerebrale, ci spinge ad andare oltre. Tutto questo è per tanti venuto meno, accendendo una spia d’allarme sulla salute mentale dei giovani.
Ovviamente il discorso non vale per tutti, né l’obiettivo è quello di demonizzare la noia, in grado di attivare aree cerebrali della creatività. Molti giovani hanno reagito, adattandosi, modificando le relazioni. Molti altri però non hanno accettato il cambiamento, trovandolo ingiusto e finendo per subirlo: sono quelli che la pagheranno di più, con conseguenze psichiche a lungo termine.