L’abuso di sostanze accelera la patologia tra i 14 ed i 30 anni. Sono 4.800 le persone affette da un disturbo grave.
Ragazzi che troppo spesso chiedono aiuto ai Servizi psichiatrici quando il disagio psichico si è radicato ed hanno già abbandonato scuola o formazione professionale.
Di questo ed altro hanno parlato ieri nel reparto di Psichiatria del San Maurizio il primario Andreas Conca, Margot Gojer dell’Associazione Ariadne e Stefano Torresani, psichiatra, responsabile del Centro salute mentale di Bolzano.
I numeri ci dicono che in Alto Adige 4.800 persone soffrono di un disturbo psichico grave.
«I primi sintomi compaiono in età giovanile ed i primi episodi di patologie psichiatriche gravi si manifestano nell’adolescenza e nella prima età adulta, solitamente in fasi cruciali dello sviluppo intellettuale e sociale delle persone e della loro autonomia. E succede anche che il 3% della popolazione possa sviluppare una psicosi nel corso della vita ma per fortuna solo lo 0,5-1% del totale evolve in patologia più grave e duratura (disturbi dello spettro schizofrenico o dell’umore). E sono i giovani tra i 14 e i 30 anni quelli a maggior rischio di manifestare un primo episodio psicotico. Per questo vanno aiutati subito».
I medici spiegano che troppo spesso l’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti – assunti dai ragazzi che percepiscono un disagio di cui non capiscono l’origine e che non sanno gestire – peggiorano il quadro e non rendono – da subito – identificabile la malattia. Ed è per questo che quando si decidono a chiedere aiuto la patologia è già in fase avanzata.
Resta da capire cosa si intenda per psicosi, quali siano i segnali e come si possono riconoscere e soprattutto a chi ci si può rivolgere per chiedere aiuto.
«Il termine psicosi viene usato per descrivere quei disturbi psichici che influiscono sulle funzioni mentali con alterazioni del pensiero, alterazioni del comportamento e dell’affettività sino alla perdita del senso di sé e del rapporto con la realtà». Per poter capire la psicosi è utile raggruppare insieme i sintomi più caratteristici che sono per esempio una certa confusione mentale: la persona si esprime con frasi poco chiare o che non hanno alcun senso ed ha difficoltà a concentrarsi, a seguire una conversazione o a ricordarsi le cose. La persona colpita può essere anche in preda alle false convinzioni… è convinta che le sue illusioni siano vere al punto che anche il discorso più logico non riesce a far sì che cambi idea o alle allucinazioni. In questo caso chi si trova in uno stato di psicosi vede, sente, odora o prova cose che in realtà non esistono. Per esempio potrebbe udire voci che nessun altro riesce ad udire o potrebbe vedere cose inesistenti e ancora le cose potrebbero avere un sapore o un odore come se fossero avariate o addirittura avvelenate.
Tra i segnali più evidenti da non sottovalutare anche cambiamenti emotivi e comportamentali.
Ma a chi si deve rivolgere la famiglia o il ragazzo e la ragazza per farsi aiutare? «La prima persona con cui ci si può e ci si deve confrontare è il medico di famiglia oppure ci si può rivolgere direttamente per una consulenza all’ambulatorio di Psichiatria generale.
In caso di urgenza, di notte o durante i fine settimana, è sempre possibile accedere al Pronto Soccorso.