CONSUMO DI ECSTASY

L’ecstasy è utilizzata da 12 milioni di individui negli Stati Uniti e da molti milioni nel mondo. Le indicazioni che provengono dalla letteratura sui risultati degli esperimenti sugli animali suggeriscono che l’ecstasy produca effetti neuro-tossici con possibili conseguenze a livello cognitivo, ma nel caso degli esseri umani gli studi sui consumatori hanno evidenziato un problema di sovrastima di questo tipo di effetti.
Per ridurre le possibilità di errore è stato condotto uno studio pilota per valutare le funzioni cognitive in gruppo di 23 consumatori di ecstasy e 16 non consumatori, con esperienza limitata di consumo di altre droghe illegali e di alcol, frequentatori abituali di discoteche e di ‘rave’, che hanno accettato di sottoporsi all’alcol test, agli esami delle urine e del capello. Sono stati confrontati i test cognitivi dei non consumatori, dei consumatori occasionali (22-50 assunzioni e dei consumatori ‘pesanti’ (60-450 assunzioni nell’arco della vita).
Fra le evidenze: non sono emerse differenze statisticamente significative fra i consumatori moderati e i non consumatori, mentre fra i consumatori assidui sono emerse differenze per quanto riguarda le strategie di autoregolazione, la velocità dei processi mentali e le capacità decisionali rispetto ai non consumatori.
L’impianto dello studio è stato riproposto coinvolgendo un campione più grande (52 consumatori e 59 non consumatori), età 18-45 anni.
Sono state trovate piccole evidenze nella riduzione delle funzioni cognitive fra i consumatori ‘pesanti’di ecstasy e i non consumatori che riguardano la memoria, l’attenzione, la fluidità nel parlare.

Residual neurocognitive features of long-term ecstasy users with minimal exposure to other drugs/ J. H. Halpern, A. R. Sherwood, J. I. Hudson [et. all]
Contenuto in: Addiction aprile 2011

Rivista disponibile c/o il Ce.S.D.A.

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