HIV IN AFRICA, UN NUOVO APPROCCIO ALLA MALATTIA RIDUCE LE MORTI DI UN TERZO

THE LANCETÈ un intervento semplice e a basso costo, assistere a domicilio i pazienti che iniziano un trattamento antiretrovirale, ma in Africa può contribuire a salvare delle vite. Se a questo si aggiunge uno screening per la meningite criptococcica, infezione molto diffusa da queste parti nei malati di Hiv/Aids, allora la mortalità scende addirittura del 28%. L’approccio è stato testato in Tanzania e Zambia dal febbraio 2012 al settembre 2014 e i buoni risultati sono descritti su The Lancet.

I ricercatori della London school of hygiene & tropical medicine insieme a quelli della St. Georges university di Londra, del National institute of medical research Tanzania e dell’University teaching hospital in Zambia, hanno condotto uno studio su quasi 2 mila pazienti che avevano iniziato da poco la terapia contro l’Hiv e presentavano la malattia in fase avanzata, proprio le categorie di malati in cui si verifica il più alto numero di decessi in Africa.

Per prima cosa tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a screening per la tubercolosi e hanno iniziato subito il trattamento. Ma mentre alcuni di essi hanno ricevuto le cure standard recandosi in clinica, ad una parte del campione è stata fornita un’assistenza supplementare che consisteva in visite a domicilio per le prime quattro settimane di terapia e uno screening per la meningite criptococcica. Secondo i Center for disease of control and prevention, ci sono quasi un milione di nuovi casi di meningite criptococcica ogni anno in tutto il mondo, che provocano 625 mila morti, la maggior parte dei quali in Africa sub-sahariana.

Risultato: i decessi tra i pazienti trattati con lo screening e le visite a domicilio erano inferiori del 28% rispetto a quelli riscontrati nel gruppo che aveva ricevuto l’assistenza clinica standard (134 morti e 180 morti rispettivamente nel corso di un 12 mesi follow up periodo).

«Questo ampio studio è il primo del genere ed i risultati sono molto emozionanti. La combinazione di screening e trattamento precoce della meningite e di supporto domiciliare ha ridotto di quasi un terzo la mortalità tra i malati di Hiv in fase avanzata», ha commentato Shabbar Jaffar, professore di epidemiologia presso la London school of hygiene & tropical medicine, che aggiunge alcune considerazioni sulla sostenibilità dell’approccio per la sanità africana.

«La più grande sfida per l’assistenza sanitaria in Africa è la grave carenza di operatori sanitari qualificati, in particolare i medici. Ma il nostro intervento ha coinvolto operatori laici e non ha aggiunto sostanziale onere sui medici e infermieri. Se questo intervento venisse adottato dai governi locali, il costo ammontrebbe a meno di 30-70 dollari».

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