La Regione Europea ha i consumi di alcol più elevati nel mondo.
Le nazioni europee cercano di ridurre il consumo nocivo di alcol.
Dal 12 al 15 settembre, 53 Paesi della Regione Europea dell’Oms sono riuniti nel corso del Comitato Regionale dell’Oms convocato a Baku, in Azerbaigian, per approvare insieme a una serie di iniziative di tutela della salute, un rinnovato piano per ridurre l’uso nocivo di alcol. In Europa, l’alcol è il secondo fattore di rischio per l’impatto di mortalità e carico di malattia, subito dopo l’uso del tabacco. “L’uso nocivo di alcol rappresenta una preoccupazione prioritaria di pubblico interesse. Le evidenze a sostegno del piano d’azione sono ampie, diversificate e convincente”, ha affermato Zsuzsanna Jakab, direttore regionale Oms per l’Europa. “I Paesi sono ben consapevoli dei danni costosi e devastanti che l’alcol provoca e il nostro Piano d’Azione ha lo scopo di fornire loro una guida tecnica e il supporto in merito a ciò che può e deve essere fatto per ridurre questo danno”.
La Regione europea dell’Oms è la regione con i consumi più elevati di alcol nel mondo, con una prevalenza di intossicazione episodica di oltre il 20% degli adulti. Il consumo di alcol riferito è diminuito durante il 1990, poi aumentata stabilizzandosi a un livello più elevato tra il 2004 e il 2006. I consumi variano notevolmente tra Nazioni, con una media europea di 9,24 litri di alcol puro consumato per persona all’anno. Negli ultimi 15 anni il consumo è diminuito in Europa occidentale e aumentato in Europa orientale con rilevanti differenze tra i Paesi.
Il Piano d’Azione Europeo per ridurre l’uso nocivo di alcol 2012-2020 attraverso una panoramica completa del problema fornisce opzioni politiche per le quali è dimostrata la capacità di ridurre i danni causati dall’alcol. Politiche quali quelle orientate alla regolazione dei prezzi, al contesto alcol e guida e che limitano il marketing delle bevande alcoliche sono riconosciute essere efficaci. Il settore sanitario ha un ruolo centrale nel riconoscere e rispondere ai problemi alcol correlati, ma il problema travalica l’ambito specifico della salute. Ci sono prove convincenti sull’efficacia di numerosi misure tra cui:
• tassazione delle bevande alcoliche
• restrizioni riguardanti la densità di delle licenze e dei punti di vendita e limitazioni dei giorni e delle ore di vendita
• limiti riguardanti età minima di acquisto
• abbassamento dei livelli legali di alcol nel sangue alla guida e randomizzazione dei controlli alcoli metrici
• programmi di counselling breve e di trattamento dei disturbi da uso di alcol.
I danni causati dall’alcol
L’alcol danneggia altre persone oltre il bevitore, sia attraverso la violenza urbana o in famiglia, o semplicemente consumando impropriamente le risorse messe in campo dai governi. Molto dell’alcol consumato si beve ai fini di intossicarsi o in altre occasioni in cui si eccede che peggiorano tutti i possibili rischi agendo come una delle cause di tutti i tipi di lesioni volontarie e involontarie e di cardiopatia ischemica e morte improvvisa. L’uso di alcol è responsabile di una differenza di oltre sei anni nell’aspettativa di vita tra Europa occidentale e orientale negli uomini di età compresa tra i 20 e i 64 anni nel 2002. È oramai evidente che la quantità di alcol consumato nel corso della vita aumenta il rischio di morire a causa di una patologia o problema alcol-correlati. Non esiste un livello sicuro di consumo di alcol e in molte società non vi è alcuna differenza nel rischio registrabile per uomini e donne. L’assunzione regolare per tutta la vita di sei bevande (60 g di alcol) al giorno, quantità spesso percepite come normali e abbastanza frequenti anche per le realtà mediterranee, determina in un adulto il 10% di probabilità di morire a causa dell’alcol.
Il costo totale tangibile dell’uso di alcol nell’Unione europea (costi delle cure sanitarie, le perdite di produttività, di welfare, l’impatto di lesioni o incidenti e episodi di violenza, costi per la ricerca e altri) è stato stimato nel 2003 pari a 125 miliardi di euro, l’1,3% dell’intero prodotto interno lordo. La spesa effettiva per problemi alcol-correlati è pari a 66 miliardi di euro, mentre la perdita potenziale di produttività a causa di mortalità prematura, assenteismo, disoccupazione genera ulteriori 59 miliardi di euro. Oltre a questi costi materiali (la spesa effettiva sui problemi alcol-correlati di 66 miliardi di euro e perdita di produttività potenziale di 59 miliardi) l’uso di alcol è causa di un costo intangibile compreso tra 152 e 764 miliardi di euro.
L’Europa in qualità di leader globale
L’Europa è stata in azione, in prima linea per ridurre i danni causati dall’alcol. È stata la prima Regione dell’Oms ad approvare un Piano d’Azione sull’alcol nel 1992. Oggi, ogni Paese europeo ha una qualche forma di Piano di azione o strategia sull’alcol. Tuttavia, indipendentemente da quanto ampio o rigoroso sia il Piano d’azione adottato a livello nazionale, tutti i Paesi potranno trarre beneficio dalla revisione, regolazione e rafforzamento delle azioni attraverso il Piano d’Azione Europeo per ridurre l’uso nocivo di alcol 2012-2020.
I cinque obiettivi principali del piano delineati da un comitato editoriale e di esperti che si è avvalso nella sua definizione delle competenze e dell’expertise del Centro Oms per la Ricerca e la Promozione della Salute su Alcol e problematiche Alcolcorrelate, Osservatorio Nazionale Alcol Cnesps dell’Istituto superiore di sanità, che ha avviato e gestito il processo di revisione integrale delle evidenze proposte dal Piano d’Azione accogliendo il gruppo di esperti a Roma nel dicembre scorso, si colloca in diretta continuità e integrazione con i precedenti Piani di azione e si allinea con la strategia globale sull’alcol dell’Oms con la finalità di:
• incrementare la consapevolezza sull’impatto e la natura dei costi sanitari sociali e sul peso economico causato dall’alcol
• rafforzare e diffondere la base delle conoscenze
• rafforzare la capacità di gestire e trattare i disturbi alcol-correlati
• aumentare la mobilitazione delle risorse per azioni concordate
migliorare la sorveglianza e la tutela.
Tradurre le indicazioni fornite dal Piano in azioni coerenti, con l’esigenza di tutelare in particolare i più deboli dall’impatto alcol-correlato, è la sfida dei prossimi anni che richiede l’attivazione responsabile, reale e condivisa da parte di tutti gli attori in gioco.
A cura di Emanuele Scafato (Cnesps)
Per approfondimenti: European Status Report on
Alcohol and Health 2010