Il principale motivo d’interesse dell’articolo consiste nell’attenta e stimolante revisione del concetto di “vulnerabilità” applicato alle disuguaglianze esistenti nelle cure sanitarie. Sono stati inclusi nello studio preliminare 759 articoli, di cui solo 23 soddisfacevano i criteri selezionati. Un limite della review è dato dal fatto che quasi tutti gli studi esaminati sono nord-americani, cosa che limita in modo significativo la trasposizione dei risultati stessi in altri contesti socio-culturali, stante l’importanza delle tradizioni e delle culture organizzative nei vari sistemi socio-sanitari.
Scopo principale dell’indagine è di chiarire la relazione esistente fra fattori di multi-vulnerabilità e il fenomeno definito nella letteratura anglosassone di “Inverse Care Health”, ovvero il fatto che le fasce di popolazione maggiormente bisognose di cure sanitarie sono quelle che ne risultano maggiormente escluse.
Nell’articolo si fa riferimento a un concetto ampio di vulnerabilità, includente fattori individuale di tipo strutturale (genere, etnia, predisposizioni genetiche a malattie) e acquisito (trauma, malattie, stili di vita), oltre a fattori socio-ambientali (inquinamento, reti sociali, comunità di riferimento).
Rispetto agli aspetti di vulnerabilità coinvolti nelle disuguaglianze di salute, la review ha posto in evidenza che la grande maggioranza di paper si focalizza sulla mancanza o sulla scarsità di risorse socioeconomiche, più precisamente di capitale umano (povertà, basso livello di scolarità e di educazione, disoccupazione) e di capitale sociale (dovuto all’appartenenza a minoranze etniche, età elevata, status di migrante e status di vedovanza). Nella letteratura presa in esame, spicca la mancanza di ricerche su due importanti aspetti della vulnerabilità: la percezione della popolazione vulnerabile sulla propria condizione di vulnerabilità, e l’analisi della vulnerabilità dal punto di vista delle connessioni fra multi-morbilità e status di migrante.
Riguardo a quest’ultimo fattore, anche se molte ricerche considerano l’appartenenza a una minoranza etnico-razziale un fattore di vulnerabilità, le disuguaglianze di salute esperite dai migranti coinvolgono più questioni intercorrelate alle dimensioni della vulnerabilità, che non appaiono riducibili al solo status di migrante. Infatti, diversi studi riscontrano che all’interno dello stesso gruppo etnico-razziale, i migranti ricevono, in modo significativo, meno cure mediche e di prevenzione in confronto alla loro controparte indigena. Fra le ragioni in grado di spiegare questa disparità, gli studi esaminati citano la lingua e le barriere culturali, le disuguaglianze nell’assicurazione sanitaria, e una mancanza di familiarità con il sistema sanitario locale.
I problemi sopra menzionati sono di frequente combinati con la povertà cronica, specialmente per i migranti da poco arrivati nel luogo di destinazione, e con la prevalenza di malattie croniche. Tutti questi aspetti portano alla conclusione che lo status di migrante rappresenta una rilevante dimensione della vulnerabilità, che spesso coesiste e che può interagire con altri fattori coinvolti nella disuguaglianze nella cura sanitaria.
In conclusione, lo studio conferma l’ipotesi di partenza della diretta correlazione fra l’incremento dei fattori coesistenti di vulnerabilità e l’aumento di disuguaglianze nelle cure sanitarie. L’altro risultato di rilievo è rappresentato dall’evidenziazione di gap nella ricerca sui temi in questione, in particolare sull’autopercezione di vulnerabilità e sullo status di migrante come specifico aspetto di vulnerabilità.
Infine, una nota critica. Lo studio non esamina, probabilmente in quanto prende a riferimento quasi solo studi nord-americani, le dimensioni delle disuguaglianze nelle cure sanitarie dovute, ad esempio, allo specifico status di migrante irregolare, o a discriminazioni istituzionali nell’accesso e/o nella fruizione dei servizi sanitari per alcune fasce di popolazione marginale.
Mapping the concept of vulnerability related to health care disparities: a scoping review
Grabovschi C. et alter,
BMC Health Services Research, 13:94, 2013