Il consumo di droga in Europa è “relativamente stabile”. È questo il bilancio sul fenomeno degli stupefacenti tracciato dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) di Lisbona che lo scorso 15 novembre ha presentato la Relazione annuale 2011.
Uno studio che “mostra qualche segnale positivo – si legge nei comunicati dell’Oedt – sul consumo di cocaina che potrebbe avere raggiunto il picco massimo di popolarità, mentre il consumo di cannabis continua a diminuire tra i giovani”. Preoccupazioni permangono sull’uso problematico di oppioidi e sulle nuove droghe.
I segnali di “stabilità” per alcune delle droghe più “affermate” vengono così controbilanciati da “nuove minacce“, che secondo Wolfgang Götz, direttore dell’Oedt, richiedono “politiche e risposte europee strutturate in modo da fronteggiare le sfide del prossimo decennio“.
Per l’osservatorio, sono circa 14,5 milioni gli europei di età compresa tra 15 e 64 anni che hanno provato la cocaina una volta nella vita e 4 milioni ad averla consumata nell’ultimo anno. Più numerosi i consumatori di cannabis: 78 milioni ad averla provata almeno una volta, di cui circa 22,5 milioni nell’ultimo anno.
La Relazione odierna dell’Oedt, però spiega come “gli ultimi dati europei confermano la tendenza generale alla stabilizzazione o al calo nel consumo di cannabis tra i giovani adulti(15-34 anni)”. Il consumo regolare di cannabis in Europa rimane “un motivo di preoccupazione”: sono 9 milioni i giovani europei tra i 15 e i 34 anni che hanno fatto uso di cannabis nell’ultimo mese. Più esposti al rischio di diventare consumatori frequenti di cannabis i giovani di sesso maschile. Anfetamine e ecstasy, invece, sono state consumate almeno una volta da 12,5 milioni di persone le prime e 11 milioni le seconde. Per quanto riguarda il consumo problematico di oppioidi, invece, nell’ultima Relazione il dato parla di una prevalenza media tra i 3,6 e i 4,4 casi ogni 1.000 abitanti per circa 1,3 milioni di persone.
In Europa oltre 10 mila decessi legati a eroina e oppiacei
Nell’Unione Europea i casi di overdose letali di oppiacei sono stati 7.600 nel 2009, ma i decessi legati all’eroina e altri oppiacei possono superare di gran lunga i 10 mila. È l’allarme lanciato dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) di Lisbona che questa mattina ha presentato la Relazione annuale 2011. Secondo il rapporto, sono “più di 7.600 i casi di overdose letali riportati nell’Ue e in Norvegia nel 2009, con gli oppiacei associati alla maggior parte dei decessi, ma studi condotti su questo fenomeno, però, indicano che i decessi per overdose possono essere solo la punta dell’iceberg”.
L’Oedt, infatti, calcola che possano esserci “circa 10 mila – 20 mila consumatori problematici di oppiacei che muoiono ogni anno in Europa, principalmente per overdose, ma anche per altre cause”. Secondo l’osservatorio, la maggior parte delle vittime sono uomini di età compresa fra i 30 e i 40 anni. Un rischio di morte che per i consumatori regolari di oppioidi sale di 10-20 volte rispetto a chi non usa droga. Calato il consumo di oppioidi per via iniettiva, mentre desta ancora preoccupazioni il rischio di focolai epidemici di Hiv fra i consumatori di droga per via iniettiva.
“Negli ultimi 10 anni un approccio proattivo, pragmatico e concreto ha prodotto reali miglioramenti nella riduzione delle infezioni da Hiv associate alla tossicodipendenza in tutta l’Ue – ha dichiarato Wolfgang Götz, direttore dell’Oedt. Non possiamo dimenticare, tuttavia, che il consumo di droga per via iniettiva è ancora responsabile, ogni anno, di oltre 2.000 decessi associati a Hiv/Aids in tutta l’Ue”. Aumentano le segnalazioni per gli oppioidi sintetici. “Alcuni paesi in Europa riferiscono che gli oppioidi sintetici hanno sostituito l’eroina sul mercato – spiega la Relazione -. Circa il 5% di coloro che iniziano un trattamento per problemi di droga indica oppioidi diversi dall’eroina come sostanza principale”.
Circa 700 mila i dipendenti da oppiacei in terapia sostitutiva
Sono circa 1,1 milioni le persone in trattamento per problemi legati al consumo di droghe nei paesi dell’Unione europea, in Croazia, Turchia e Norvegia (dati relativi al 2009). È quanto riferisce l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) di Lisbona che questa mattina ha presentato la Relazione annuale 2011. Secondo la Relazione sono circa 700mila i consumatori di oppiacei sottoposti a terapia sostitutiva in Europa, rispetto ai 650mila del 2007.
“Per i consumatori di oppiacei, tutti questi paesi offrono sia la terapia senza farmaci sia la terapia sostitutiva – spiega la Relazione -. Cinque paesi dell’Ue (Danimarca, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito) offrono una terapia assistita con eroina per un ridotto numero di consumatori cronici che non ha ottenuto risultati positivi con altri interventi”. Il numero di consumatori problematici che ha accesso alla terapia sostitutiva è circa la metà del numero stimato di consumatori (1,3 milioni), spiega l’Oedt, un dato in linea con quanto succede in Australia e Stati Uniti, mentre è superiore a quanto riportato per il Canada. Dalla Relazione 2011 emerge che il trattamento è vantaggioso in termini di costi-benefici per la salute pubblica, mentre cresce l’impegno europeo nello sviluppo linee guida.
“La nostra relazione mostra chiaramente il valore della collaborazione e del coordinamento europei nel campo delle droghe – ha aggiunto Wolfgang Götz, direttore dell’Oedt -. Lo riscontriamo in molti settori: condivisione delle informazioni e azioni congiunte stanno avendo un impatto sempre maggiore sui mercati della cocaina e dell’eroina e gli sviluppi delle risposte della salute pubblica stanno consentendo ad un numero sempre maggiore di tossicodipendenti di accedere e beneficiare dei servizi di assistenza specializzati. Questi progressi sono reali e sono stati sorretti da una forte strategia Ue che ha permesso agli Stati membri di identificare priorità, condividere conoscenze ed agire collettivamente. È essenziale mantenere questo tipo di prospettiva se l’Europa deve continuare a rispondere alle nuove sfide che l’evoluzione del fenomeno della droga sta ponendo in questo momento”.
Cocaina: consumo in calo nei paesi europei dove è più diffusa
È la cocaina la sostanza stimolante illecita consumata più di frequente in Europa. Questo il verdetto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) di Lisbona che questa mattina ha presentato la Relazione annuale 2011. Secondo l’Osservatorio, sono 14,5 milioni gli europei tra i 15-64 anni di età che hanno provato almeno una volta la cocaina, ma secondo la Relazione, su questo fronte arrivano segnali positivi di riduzione dei consumi da quattro dei cinque paesi con i più alti livelli di consumo (Danimarca, Spagna, Italia e Regno Unito).
Secondo il rapporto, in questi paesi si registra “un certo calo nel consumo di cocaina nell’ultimo anno tra i giovani adulti (15-34 anni), che rispecchia la tendenza osservata in Canada e negli Stati Uniti”. A dissuadere dal consumo, specifica la relazione, anche “l’onere finanziario associato al consumo regolare” che la rende “meno attraente nei paesi in cui l’austerità è all’ordine del giorno”, con un prezzo medio al dettaglio che nella maggior parte dei paesi dell’Ue “oscilla tra 50 e 80 euro al grammo”.
Sul versante delle dipendenze, invece, circa il 17% dei tossicodipendenti che iniziano un trattamento riferiscono la cocaina quale principale droga problematica, mentre vengono segnalati circa 1.000 decessi all’anno correlati alla cocaina. Consumo spesso associato al forte consumo episodico di alcol (“binge drinking”). “Studi recenti – spiega la relazione – hanno riscontrato che più della metà dei cocainomani in terapia erano anche dipendenti dall’alcol”.
Nuove droghe, nel 2011 segnalate 39 sostanze
I fornitori di droghe “legali” sono sempre in anticipo rispetto ai controlli offrendo rapidamente nuove alternative ai prodotti vietati. L’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) nella Relazione 2011 torna a sottolineare la “dinamica simile al gioco del gatto col topo” nel settore delle droghe sintetiche tra cui l’ecstasy (Mdma, Mdea e Mda) e le anfetamine.
“I produttori – spiega l’Osservatorio – utilizzano tecniche sofisticate per aggirare le normative destinate a prevenire la diversione dei precursori (sostanze chimiche utilizzate per la produzione di droghe illecite, ndr), tra cui la sintesi di precursori da pre-precursori o il loro mascheramento come sostanze chimiche non controllate, da riconvertire dopo l’importazione”.
L’Europa resta, secondo la Relazione, il più grande produttore mondiale di anfetamina, mentre per quanto riguarda le altre sostanze, dopo un periodo di relativa diminuzione, le ultime Relazioni segnalano una certa ripresa per l’ecstasy. “Relazioni recenti indicano una disponibilità crescente di Mdma – spiega l’Oedt -. Nei Paesi Bassi, ad esempio, il paese più strettamente associato alla produzione di ecstasy, sono state trovate pasticche ad alto dosaggio”. Notevole il consumo di metanfetamina, che sembra diventare attualmente più disponibile in alcune zone del nord Europa, dove potrebbe sostituire in parte le anfetamine. Per l’Osservatorio il rapido emergere di nuove sostanze psicoattive rappresenta una sfida crescente, sia in Europa sia a livello internazionale.
“Dopo il record di 41 nuove droghe notificate all’Oedt e all’Europol nel 2010 (rispetto a 24 nel 2009), i dati preliminari per il 2011 presentati oggi mostrano che non vi sono segnali di diminuzione. Finora, nel 2011, sono state segnalate 39 sostanze attraverso il sistema di allarme rapido europeo. Le misure per identificare nuove sostanze sono sempre più proattive: più di 150 sostanze vengono attualmente monitorate attraverso il sistema di allarme rapido”.
Preoccupante anche il fenomeno dei negozi online: “Lo studio istantaneo più recente eseguito dall’Oedt dei rivenditori online di “legal highs” (luglio 2011) ha individuato un numero record di 600 negozi online che vendevano presumibilmente prodotti psicoattivi e ha rivelato un’ampia gamma di nuovi prodotti in vendita. Inoltre, più siti sembravano cautelarsi tramite restrizioni sulle consegne o clausole di esonero della responsabilità e avvertenze”. Un mercato, spiega Wolfgang Götz, direttore dell’Oedt, “sempre più rapido e coordinato che sembra adattarsi velocemente sia alle minacce sia alle opportunità. Ne sono una prova non soltanto il numero assoluto di nuove sostanze che emergono sul mercato, ma anche la loro diversità e il modo in cui vengono prodotte, distribuite e commercializzate”.