VALUTARE I PROGETTI DI PREVENZIONE

Documentare i risultati ottenuti dai progetti implementati in ambito socio-sanitario è diventato ormai di centrale importanza nel dibattito pubblico, in particolare in un periodo di razionalismo economico esacerbato dalla pesante crisi.
Per questa ragione ai promotori di progetti nel sociale, come quelli di Peer Education, viene chiesto sempre più insistentemente di giustificare le proprie attività, fornendo prove della loro efficacia sia nel momento della valutazione ex-post alla fine del progetto, sia nella fase in cui il progetto viene preso in considerazione per il finanziamento (ex-ante).

La valutazione dei progetti in ambito sociale è dunque un passaggio molto complesso e ambizioso che implica la necessità di trovare un compromesso e l’utilizzo di prassi che non solo devono rispondere a criteri di applicabilità al progetto, ma devono spesso adeguarsi ai vari elementi contestuali che non sono facilmente esemplificabili, e rendono le certificazione di validità un processo davvero arduo.
Nell’articolo a cura di M. Santinello e A. Vieno, vengono individuate e analizzate alcune tipologie di valutazione degli intereventi di Peer Education: il modello riflessivo, il modello basato sugli obiettivi e il modello comparativo.
Il modello riflessivo che risulta di natura fondamentalmente descrittiva e si basa su processi di riflessione attuati mentre il progetto è in corso, mira alla risoluzione dei problemi in cui si può incorrere proprio durante il suo sviluppo.
Il modello basato sugli obiettivi che ha un carattere decisamente più rigoroso, poiché si prefigge la definizione di obiettivi che sia oggettivabili attraverso dei metodi di misurazione o indicatori e si fonda su terorie e modelli conclamati in letteratura.
Il modello comparativo, che prevede un disegno scientifico sperimentali in cui si confrontano i risultati ottenuti su in “gruppo sperimentale” (coloro che hanno effettivamente partecipato al progetto) e un “gruppo di controllo” (ovvero un gruppo di persone per cui si confrontano le stesse caratteristiche nello stesso periodo di tempo ma che non prendono parte all’intervento).
Da una recente rassegna della letteratura emerge che all’interno del contesto italiano si prediliga il modello riflessivo o al massimo basato sugli obiettivi, e raramente ci si orienta verso un modello più rigoroso come quello comparativo.

Valutare i progetti di prevenzione
Massimo Santinello e Alessio Vieno
FAMIGLIA OGGI
n. 6 Novembre Dicembre 2011
Pag. 22

La rivista è disponibile c/o Cesda

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