L’impatto sanitario e sociale dell’abuso di alcol è enorme, e il consumo eccessivo di alcol nei giovani è una piaga che causa gravissime conseguenze. Come intervenire? Sull’argomento la rivista Conoscere per Crescere ha ospitato il parere di Emanuele Scafato, Direttore del Centro OMS per la Ricerca e la Promozione della Salute sull’Alcol, Direttore dell’Osservatorio Nazionale Adolescenti e Alcol, Direttore del Reparto Salute della Popolazione e suoi Determinanti dell’Istituto Superiore di Sanità, Presidente della Società Italiana di Alcologia (SIA).
Il consumo rischioso e dannoso di alcol interessa nel mondo tutte le fasce d’età, inclusi gli adolescenti, ed è associato ad una serie di conseguenze a breve e a lungo termine. A tale riguardo, l’alcol alla guida rappresenta la prima causa di morte tra i giovani. Negli adolescenti, il consumo di alcol è associato a numerosi comportamenti a rischio quali attività sessuale precoce, assenze scolastiche ingiustificate, violenza, nonché al possesso di armi. In Italia circa 9 milioni sono i soggetti con un consumo rischioso di alcol e quindi potenzialmente suscettibili di un intervento di carattere sanitario; oltre 500.000 sono i giovani al di sotto dell’età legale (11-15 anni) che fanno un consumo rischioso di alcol, 1 milione e duecento circa se si considerano i giovani sino a 24 anni. I dati relativi al rischio correlato all’alcol tra i giovani sono anche quelli relativi alle condizioni estreme quali l’intossicazione acuta alcolica e l’alcol-dipendenza. Il 18% circa di tutte le intossicazioni acute alcoliche che giungono ai Pronto Soccorso nazionali sono riferibili a ragazzi di età inferiore ai 14 anni. Inoltre, dei 60mila alcol-dipendenti in carico ai servizi per il trattamento dell’alcol-dipendenza in Italia, l’1,3% dei nuovi utenti (in costante aumento dal 1996) hanno un’età inferiore a 20 anni.
Il consumo di alcol interferisce con il normale sviluppo cognitivo, emotivo e delle competenze sociali degli adolescenti ed è legato ad una serie di disordini psichiatrici nonché al fenomeno della delinquenza giovanile. Inoltre, coloro che iniziano a bere prima dei 15 anni di età hanno un rischio 4 volte maggiore di sviluppare alcol-dipendenza in età adulta rispetto a coloro che posticipano il consumo di bevande alcoliche all’età di 21 anni. L’alcol è tra le principali cause di disabilità, mortalità prematura e patologie di lunga durata, soprattutto a carico di giovani e giovani adulti in età produttiva, la cui esperienza negativa si riflette inevitabilmente sulla famiglia e sulla società. Ciò, a seguito di una errata interpretazione di un comportamento che è dipendente principalmente da una responsabilità individuale, ma inevitabilmente supportato da modelli del bere che propongono e diffondono la cultura di fenomeni non sufficientemente contrastati, tra cui quello del consumo eccessivo episodico, detto anche “binge drinking”. Si tratta di fenomeni ispirati alla trasgressione ma che rappresentano segnali espliciti di una risposta individuale e di gruppo non solo a situazioni di disagio ma molto frequentemente alla semplice noia, alla mancanza di alternative, alla pura adesione ai modelli proposti dalla promozione e dal marketing delle bevande alcoliche ammiccanti ai giovani e profondamente seducenti in particolare per le adolescenti, con effetti che è tristemente usuale rilevare dalle cronache dei quotidiani o dei media.
È attuabile una prevenzione? La prevenzione da proporre è sintetizzabile in un intervento di natura principalmente informativa e di sensibilizzazione tra i bambini, a cui integrare, per gli adolescenti e i giovani sino ai 24 anni, modalità di rilevazione precoce del consumo rischioso di alcol attraverso modalità di identificazione da favorire attraverso versioni cartacee, da distribuire nei contesti scolastici o comunque di aggregazione giovanili formali e informali e informatizzate rese disponibili su siti web dedicati. Gli operatori dell’assistenza sanitaria primaria, i medici, i pediatri ed anche gli operatori scolastici possono svolgere un ruolo fondamentale nel prevenire i danni alcol-correlati mediante l’identificazione precoce del consumo a rischio e fornendo appropriati interventi; è comunque insostituibile il ruolo che gioca la famiglia nel favorire o contrastare l’adozione di modelli di consumo di alcol che possono influenzare il normale sviluppo psico-fisico e le performance dei giovanissimi.