ADOLESCENZA: NON C’E’ SOLO BLUE WALE

società italiana di pediatriaQuando stanno male non si rivolgono allo psicologo. Si vedono in sovrappeso anche quando non lo sono. Particolarmente preoccupanti gli episodi di autolesionismo. È la fotografia degli adolescenti scattata dalla Società Italiana di Pediatria.
L’attenzione dei media è tutta concentrata su Blue Whale, il macabro gioco on line che potrebbe spingere ragazzi fragili al suicidio. Ma il benessere psicologico degli adolescenti non è minacciato solamente dalla balena blu. I risultati preliminari di un’indagine della Società Italiana di Pediatria, presentata in occasione del Congresso Nazionale svoltosi a Napoli, mettono in luce un disagio emotivo diffuso tra i giovanissimi.

La ricerca ha coinvolto più 10 mila ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, provenienti da tutte le regioni italiane. I questionari diffusi tramite le scuole hanno permesso di esplorare i diversi aspetti dell’universo adolescenziale: alimentazione e rapporto con il proprio corpo, percezione dell’ascolto ricevuto, disagio psico-emotivo, bullismo, sessualità, dipendenze, uso di internet, famiglia.

Disagio emotivo
Oltre la metà degli intervistati dichiara di essere stato (sempre, spesso, qualche volta) così male da non riuscire a trovare sollievo. Considerando anche chi ha risposto “raramente”, si arriva all’80% del campione. Il 15% del campione si è inflitto lesioni intenzionalmente spesso per trovare un sollievo (o per puro piacere). Circa un ragazzo su due ha sentito il bisogno di rivolgersi allo psicologo, ma l’84,2% non lo ha fatto. Solo il 4,8% ha utilizzato quello della scuola.

Prima gli amici
Al primo posto ci sono gli amici, poi i genitori e la scuola. Solo il 4% dei ragazzi non viene aiutato dagli amici, circa il 70% viene sostenuto dai coetanei (spesso o sempre). Più bassa la percentuale (46%) di coloro che si rivolgono (sempre o spesso) ai genitori per essere tranquillizzati quando hanno una preoccupazione. E solo il 20% ritiene che la scuola sia attenta alle esigenze degli adolescenti.

L’autolesionismo
Il 15% del campione dichiara di provare piacere o sollievo facendosi male. «Un dato allarmante – afferma Annarita Milone, Dirigente Neuropsichiatra Infantile presso IRCCS Stella Maris di Pisa – se si pensa che la presenza di questi comportamenti è descritta, in letteratura, come un fattore correlato ad un aumentato rischio di suicidalità in adolescenza. Queste condotte sono particolarmente frequenti in minori caratterizzati da fragilità emotiva e tratti depressivi e devono essere un segnale da accogliere rapidamente per permettere l’attivazione, in sede specialistica, di approfondimenti diagnostici e interventi terapeutici».

Bullismo
I ragazzi dichiarano di essere stati vittime e carnefici nella stessa percentuale. Il 12% del campione è stato vittima di cyberbullismo e al 33% è capitato di subire atti di bullismo (il 20% raramente, l’8,4% qualche volta, il 3,3% spesso e il 2,1% sempre) ma la risposta quasi sempre è stata il silenzio: il 68% delle vittime non ne ha parlato con nessuno. E altrettanto ampia (circa il 33%) è la percentuale di coloro che ammettono di aver preso parte a episodi di bullismo verso i compagni e le compagne.

Abitudini, stili di vita e dipendenze
Il 37% fuma sigarette (abitualmente o occasionalmente) e circa il 40 dichiara di essere arrivato a star male in seguito all’uso di bevande alcoliche.

Senza lo smartphone sono perduti: il primo cellulare arriva tra i 10 e i 12 anni, ma l’1,4 per cento lo ha avuto anche a cinque anni e il 26 per cento tra 6 e 10. Al 53% (spesso o sempre) capita di rimanere incollato allo schermo più a lungo rispetto a quanto si era prefissato, rischiando di diventare dipendente da internet.

La sessualità
Il 62,3% non ha ricevuto educazione sessuale da parte degli adulti, uno su tre (tra coloro che hanno già avuto rapporti) non usa mai contraccettivi, più della metà ha visualizzato materiale pornografico in rete e circa il 15% ammette di aver ricevuto proposte sessuali da parte di adulti anche attraverso siti e app.

La percezione del corpo
Il 28% del campione si vede in sovrappeso, ma solo l’11,7% lo è effettivamente secondo le valutazioni del pediatra. Il 53,2% fa colazione a casa regolarmente prima di andare di scuola, quasi la metà del campione non fa sport, e di questi circa 1 su 3 (33,3%) ha abbandonato un’attività sportiva. Sorprendentemente il pranzo in famiglia resiste ai ritmi frenetici della vita quotidiana: il 71% dichiara di pranzare a casa con la propria famiglia.

«Emerge un quadro della popolazione in età adolescenziale nel nostro Paese che segnala aspetti indubbiamente preoccupanti – spiega Giovanni Vitali Rosati, pediatra di famiglia referente per la SIP del gruppo di lavoro che curato l’indagine – Gli adolescenti valorizzano la relazione tra pari mentre sentono gli adulti di riferimento nei vari loro contesti di vita (scuola, famiglia) come spesso distanti e poco responsivi e sembrano utilizzare scarsamente i servizi di aiuto in ambito sanitario e scolastico».

Per leggere l’articolo: www.sip.it

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