Il DSM-5 definisce il disturbo d’ansia sociale come una “paura o ansia persistenti relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile giudizio degli altri, come essere osservati o eseguire prestazioni di fronte ad altri.”
Quest’ansia interferisce con il normale funzionamento e persiste in genere per sei mesi o più.
L’ansia sociale è tra i disturbi d’ansia più comuni ma un certo grado di ansia sociale è adattivo, ovvero svolge una funzione di sopravvivenza molto importante.
C’è tuttavia una soglia oltre la quale l’ansia sociale supera la sua funzione evolutiva ed adattiva e diventa disfunzionale.
I social network favoriscono questa connessione agevolando la soddisfazione dei propri bisogni sociali ma, come spiega Hofmann, il problema sorge “quando le persone non vivono la loro vita reale perché passano così tanto tempo sui social media”. Continua a leggere
SOCIAL MEDIA E ANSIA SOCIALE
GENITORI OSTILI E BULLISMO
Il bullismo e la vittimizzazione degli adolescenti potrebbero avere origini in casa. Molti bulli hanno genitori ostili, punitivi e rifiutanti.
I ricercatori della Charles E. Schmidt College of Science della Florida Atlantic University, della Concordia University di Montreal e dell’Uppsala University in Svezia hanno identificato un approccio genitoriale che contribuisce alle difficoltà tra pari: genitori che mantengono un atteggiamento di derisione e di disprezzo nei confronti dei loro figli.
I genitori derisori usano espressioni mortificanti o sminuenti che umiliano e frustrano il bambino anche in assenza di una provocazione da parte dello stesso. Questi genitori rispondono all’impegno del bambino con critiche, sarcasmo, ostilità e utilizzano la coercizione emotiva e fisica per ottenere ubbidienza.
I ricercatori hanno seguito 1.409 bambini per tre anni consecutivi (età 13-15 anni) e i risultati, che appaiono nel Journal of Youth and Adolescence, mostrano che la genitorialità derisoria favorisce la rabbia disregolata nei bambini e negli adolescenti. Continua a leggere
ESSERE HIKIKOMORI. LA MIA VITA IN UNA STANZA – Documentario
Vivono alla giornata. Il loro mondo sono le loro stanze da letto e i loro computer sono le loro finestre. Sono gli Hikikomori, un termine giapponese diventato tristemente familiare anche in Italia. Letteralmente significa “stare in disparte“: sono i ragazzi isolati, che tagliano fuori il mondo e la realtà dalle proprie camere.
In Italia sono più di 100mila ma si tratta di un fenomeno sommerso e potrebbero essere molti di più.
È un fenomeno che riguarda soprattutto i giovani dai 14 ai 30 anni, principalmente maschi (tra il 70% e il 90%), anche se il numero delle ragazze isolate potrebbe essere sottostimato dai sondaggi effettuati finora. Vivono un disagio adattivo sociale, comune denominatore nei paesi economicamente sviluppati del mondo.
Si può sapere qualcosa di più anche grazie ad un documentario, Essere Hikikomori. La mia vita in una stanza, di Sky Original, prodotto da Sky e Fidelio, scritto e diretto da Michele Bertini Malgarini e Ugo Piva, disponibile anche on demand e in streaming su NOW. Continua a leggere
COVID E DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE – Risultati dell’indagine dell’Ordine Regionale degli Psicologi
L’indagine dell’Ordine regionale sugli effetti del periodo pandemico: in due anni impennata di richieste per bambini e adolescenti.
La pandemia ha generato un aumento delle richieste da parte dei pazienti per il 69% degli psicologi toscani, rispetto all’era pre-Covid. Lo riporta un report stilato dallo stesso Ordine regionale , prendendo in esame il periodo compreso tra marzo 2020 e febbraio 2022. A soffrire maggiormente di una diffusa condizione di malessere è stata in particolare la fascia degli adolescenti, mentre i disturbi più ricorrenti si chiamano ansia e depressione, seguiti a ruota da problematiche relazionali. Continua a leggere
CARCERE E SALUTE
È stato recentemente pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità il documento “COVID-19 and the social determinants of health and health equity: evidence brief“. Questo importante documento esamina l’influenza dei determinanti sociali della salute sulla pandemia di COVID-19, concentrandosi in particolare sull’impatto differenziale della pandemia tra i gruppi di popolazione. I risultati sono tratti da una revisione sistematica delle evidenze disponibili entro l’estate 2021. In sintesi le conclusioni più rilevanti alle quali il documento arriva ci raccontano di come i gruppi di popolazione maggiormente colpiti dal virus in termini di ospedalizzazione e mortalità siano persone in condizioni di maggiore svantaggio socioeconomico – poveri, immigrati, senza tetto, detenuti innanzitutto.
I meccanismi che spiegano le disuguaglianze a sfavore di questi gruppi, vanno da una maggiore esposizione al virus SARS-CoV-2, che aumenta sia il rischio di infezione sia quello di esiti peggiori, ad una minore capacità o possibilità di aderire alle misure sanitarie e sociali pubbliche (lavaggio delle mani, uso di mascherine, distanziamento fisico ecc.) e un minore accesso ai servizi sanitari per le cure e la vaccinazione. Se pensiamo poi alla popolazione detenuta molto importanti sono anche gli effetti sui determinanti sociali della salute, originati dalle misure di contenimento: impoverimento, perdita del lavoro, interruzione dei servizi d’istruzione, che hanno ulteriormente esacerbato le differenze sociali esistenti nella popolazione. Occuparsi della salute dei detenuti e della loro tutela sanitaria torna, quindi, ad essere cruciale soprattutto in periodo pandemico e l’Agenzia regionale di Sanità (ARS) ha così deciso di rinnovare nel 2021 la propria indagine all’interno degli istituti detentivi, la quinta dopo la prima effettuata nel 2008. Ricordiamo che nel panorama epidemiologico italiano, l’indagine ARS è a tutt’oggi l’unica che rileva lo stato di salute dei detenuti in carcere. Continua a leggere
FARMACI: LE NUOVE DROGHE DEI GIOVANI
Farmaci usati come droghe. Dai giovani alla ricerca di un modo semplice e poco costoso di sballare. Psicofarmaci, ansiolitici, sonniferi, antidepressivi, stabilizzanti dell’umore, i farmaci oppioidi, utilizzati nella gestione del dolore che non solo lo alleviano, ma rimuovono la componente emotiva e per questo spesso usati come stupefacenti dai ragazzi: inducono euforia.
Secondo il rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze del 2019, dal 2005 alla fine del 2018, sono oltre 730 le nuove sostanze psicoattive che compaiono e scompaiono dal mercato prima di essere inserite nella tabella delle sostanze stupefacenti. Sostanze psicoattive, oppiacei, i cannabinoidi sintetici, gli stimolanti come le amfetamine, e le benzodiazepine. Sempre dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze del 2019: “Tra le persone che iniziano per la prima volta il trattamento della tossicodipendenza per un problema legato agli oppiacei, una su cinque segnala un oppiaceo sintetico”. Continua a leggere
OMS: Piano d’Azione 2022-2030 ALCOL
Piano d’Azione 2022-2030 per implementare la strategia globale di riduzione dell’uso dannoso di alcol
Il 24 maggio 2022, l’Assemblea Mondiale della Sanità ha reso esecutivi gli obiettivi del nuovo “Global alcohol action plan 2022-2030 to strengthen implementation of the Global Strategy to Reduce the Harmful Use of Alcohol”, cioè il Piano d’azione (2022-2030) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per implementare efficacemente la strategia globale di riduzione dell’uso dannoso di alcol come priorità di salute pubblica.
Alla stesura del nuovo Piano, iniziata nel 2019, ha contribuito anche l’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) partecipando a riunioni di esperti per la discussione dei contenuti del documento e, successivamente, a consultazioni online per lo sviluppo Piano d’azione, aperto agli Stati membri, alle organizzazioni delle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali e attori non statali. Continua a leggere
GIOCO D’AZZARDO: TORNATO AI LIVELLI PRE-PANDEMIA
In Italia nel 2021 le scommesse hanno raggiunto quota 107,5 miliardi di euro, pareggiando quasi l’ammontare del 2019. È un effetto della pandemia, con la precarietà in aumento e l’incertezza sul futuro, ma anche dell’innovazione tecnologica che ha reso le scommesse più accessibili grazie ai siti specializzati.
Le scommesse tendono ad aumentare nei periodi di disgregazione sociale. Al momento della Rivoluzione francese, nel 1789, il Palais Royal di Parigi era diventato il centro d’attrazione turistica più scintillante d’Europa, con 180 negozi e caffè. Ma già nel 1791 «il seminterrato e il piano secondario del Palais Royal ospitavano più di cento diversi tipi di gioco d’azzardo, tra cui i giochi di dadi e di carte», si legge in un articolo della rivista Journal of Gambling Studies. E tutto questo, ovviamente, era illecito.
Non è un caso che il 2021 sia stato un anno di fasti per il gioco d’azzardo. Solo in Italia la spesa è arrivata a 107,5 miliardi di euro in 12 mesi, secondo i numeri dell’Agenzia per le Dogane e i Monopoli. Continua a leggere
SUMMER SCHOOL 2022 – DROGHE E POLITICHE URBANE
Summer School 2022
Droghe e politiche urbane.
Dall’allarme e dalla ‘guerra alla droga’ al governo sociale del fenomeno
Firenze – 1-2-3 settembre 2022
Centro Studi CISL, Via della Piazzuola, 71
La Summer School 2022 torna dopo 10 anni sulle politiche urbane, come un’agorà di rivisitazione delle politiche cittadine, nella prospettiva della regolazione sociale, della mediazione e di politiche sociali integrate.
LE PATOLOGIE CORRELATE NEI CONSUMATORI DI SOSTANZE: IL RUOLO DEI SERD
Il webinar, organizzato da FeDerSerD affronta dal punto di vista clinico i temi più attuali della co-morbidità infettivologica nei consumatori di sostanze, anche in co-morbidità, delineando i percorsi clinico diagnostico terapeutici più appropriati per i consumatori di sostanze.
Il management delle patologie correlate nei consumatori di sostanze è un ruolo centrale per i SerD.
Il processo di cura delle patologie infettive nei consumatori di sostanze è complesso perchè implica un percorso complesso che intercetta la fase di diagnosi, di linkage to care e di gestione della cronicità e della co-morbidità.
I comportamenti d’uso e i contesti rendono i consumatori di sostanze fra le persone più vulnerabili per le malattie infettive a trasmissione parenterale come l’HIV e le epatiti (in particolare B, C e Delta).
In termini di sanità pubblica i consumatori di sostanze rappresentano nel controllo delle malattie infettive un ruolo cruciale per almeno due fattori che sono rappresentati dal fatto che rappresentano spesso il reservoir delle patologie e che sono una categoria di pazienti difficili da raggiungere e portare alle cure.
LE PATOLOGIE CORRELATE NEI CONSUMATORI DI SOSTANZE: IL RUOLO DEI SERD
Martedì 13 settembre 2022